Lo splendore casuale delle meduse by Judith Schalansky

Lo splendore casuale delle meduse by Judith Schalansky

autore:Judith Schalansky [Schalansky, Judith]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788874524402
editore: Nottetempo
pubblicato: 2013-04-25T22:00:00+00:00


In sala professori c’era Thiele. Solo soletto.

“Non hai lezione?”

Alzò la mano. Sembrava facesse cenno di no.

“No, ho un’ora di buco. La quarta oggi ha le prime due ore di orientamento al lavoro”.

Chissà cosa facevano? Probabilmente una visita all’ufficio di collocamento. Imparavano a riempire i moduli per il sussidio di disoccupazione. Lanciò la pila di verifiche sul posto accanto a lui. In cima c’era il foglio di Erika. La sua grafia da maschio. Grande e spigolosa. Quasi senza curve e ghirigori. In effetti aveva fatto quasi tutto bene. Quel compito lo avrebbe corretto per ultimo. Il prossimo foglio. Jakob. Dov’era la penna rossa? Thiele era capace di farti impazzire. Aveva il giornale davanti. Ma lui tamburellava sul suo portapranzo e fissava il vuoto.

“E tu che avevi?” Non sapeva proprio stare da solo. Un animale abbandonato. Da far pietà.

“Biologia con la prima”.

“Mmh”. Annuí. Aveva proprio una brutta cera. Prima della pausa autunnale Kattner gli aveva tolto il suo bugigattolo. A quanto pare per destinarlo ad altri scopi. Ma sembrava piuttosto un trasferimento. In ogni caso negli ultimi tempi si dava un sacco di arie. Le aveva proibito di scrivere alla lavagna i nomi di chi perdeva durante l’ora di educazione fisica. Ma chi altro avrebbe risistemato materassini e attrezzi finita la lezione?

“Dunque, io avevo la terza. Già, avevo la terza. Storia ipercontemporanea. Sconfina quasi in educazione civica. Sai, quella non è proprio storia. La storia bisogna essersela lasciata alle spalle. È successo tutto ieri…”

A Jakob mancavano già dieci punti su trenta. Ed era solo alla terza domanda.

“E tu?”

Le si avvicinò, prese un foglio dalla pila e gli diede un’occhiata.

“Ah, genetica… Mendel e quelle cose lí”. Sembrava volerle fare una domanda.

“Sai una cosa assurda, Inge?” Mise a posto il foglio. “Io non l’ho mica fatta genetica a scuola! Solo Miˇcurin e Lysenko”.

“Ah”. Il dio delle piante e il professore a piedi scalzi. Germogli mutanti e grano di Odessa.

La porta si aprí. Entrò Meinhard. Fece un cenno con il capo e si sedette senza far rumore. Incredibile, corpulento com’era. Thiele spiegò il giornale. Lei scrisse il voto sotto l’ultima risposta. Il primo era fatto. Avanti il prossimo. Tom, poco sale in zucca. Se si sbrigava, avrebbe finito di correggerli entro la ricreazione.

Thiele si mise a ridacchiare. “La marmellata, diceva Miˇcurin, sul panino ti fa crescere il pancin”.

La conosceva.

“Ce la mangiamo mattina e sera, di marmellata una montagna intera”. Tutti e due in coro. Era un riflesso anche quello. Fra Martino per piccoli pionieri. Canzoncine da colonia. La marmellata ai quattro frutti nelle confezioni di cartone. E il tè alla rosa canina in gigantesche tinozze. Imparare dall’Unione Sovietica vuol dire imparare a vincere. Quelle cose ti segnavano per la vita.

“Avevamo tutto. Il giardino della scuola e il circolo Miˇcurin. Perfino il club degli agronomi”. Fece scorrere le sue mani ossute sul tavolo.

“Miˇcurin, mai sentito. Chi era?” Meinhard era proprio fuori dal mondo.

“Miˇcurin ha coltivato centinaia di nuove varietà di frutta. Resistenti al freddo e molto produttive”.

Alcune erano perfino buone. La pera invernale. La mela Antonovka da settecentocinquanta grammi.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.